I'M A MAN 2.0

Noi siamo esperienza, noi siamo in ragione delle relazioni e degli incontri che facciamo nella nostra vita, incontri che lasciano una traccia.

L’uomo entra nudo nella vita e subito comincia a riempire la sua "valigia", prima ancora che di vestiti e accessori, di emozioni e di ricordi incontrando gli altri. Con quella valigia egli viaggia tra passato e futuro, costruendo un presente che è esperienza, che è la propria irripetibile e unica vita, un viaggio meraviglioso.

E cosa accade quando in questo cammino entra la tecnologia? 
Accade che in valigia si mettono…cellulari, computer, smartphone, tablet, e quanto altro…poi basta premere un tasto ed entrano …tutti i tipi di merce…così che i rapporti si rivoluzionano in ogni loro fase.

Le persone si confondono con gli oggetti, distinguere diventa difficile e con la mercificazione del soggetto, l’ eros entra ed è vissuto mediante l’etere, diffondendosi l’idea che la libertà sia avere il diritto di scegliere altre forme di piacimento rispetto all’incontro " di pelle". 

L’immediatezza, l’impatto visivo, la curiosità, l’immaginazione…la pigrizia…rende l’autoerotismo virtuale una realtà diffusa più di quanto si possa pensare. Per incontrare qualcuno, adesso, non è più necessario alzarsi dal divano, lavarsi, mettersi in ordine ed uscire, per incontrare qualcuno…basta uno schermo e una carta di credito…basta avere una concezione di pura materia dell’uomo, e lasciare che si realizzi l’ inganno.

Ma l’uomo è sintesi di materia e spirito. L’uomo e la donna sono uguali nella natura e complementari, sono fatti per incontrarsi, per sfiorarsi col palmo delle mani e restare poi abbracciati dopo l’incontro. 

La preoccupazione per il lavoro, per il denaro, per l’organizzazione della casa riducono già il tempo dedicato ad uscite e ad amici per restare sempre più in ambienti chiusi davanti a un schermo, se a questo si aggiunge anche un senso "autistico" nel gestire le emozioni e le relazioni, si resta sempre in superficie senza cogliere la profondità dell’essere. 

L’uomo sta mettendo a rischio se stesso, l’integrità della sua persona per una macchina da lui inventata e costruita, l’uomo di questo secolo compie un volo che è …una caduta nel vuoto. 

Potrebbe forse un corpo nutrirsi e vivere con cibo virtuale? 
Può, allora, l’anima assorbire e godere dell’energia dell’amore con il cybersex?
L’anima ha un desiderio di bene infinito e l’infinito ha realizzazione quando il finito è raggiunto con i sensi. Solo così si affronta la solitudine e si raggiunge quella pienezza di vita che conduce a far parte dell’Infinito.

Cosa fa invece l’uomo tecnologico? 
Ricerca la felicità attraverso l’appagamento disordinato. Crede di bastare a se stesso e di essere più libero attraverso una passione disordinata che alla fine risulta essere solo delusione, col rischio di mettere in gioco gli affetti veri, quelli che lo identificano come persona che si relaziona in una società e in un ambiente. 

Nei rapporti virtuali manca il rivelarsi della bellezza come componente inscindibile dell’Infinito che è la ragione prima della Creazione, della natura e di tutti i suoi esseri. Manca la realizzazione dello spirito che conduce alla Luce, si crea una contraddizione che anziché portare amore, conduce sempre più verso l’isolamento e la solitudine. 

Quando l’uomo resta in relazione virtuale con le cose e le persone che lo circondano con l’illusione di essere più libero, in realtà si fa schiavo della sofferenza e del turbamento interiore, venendogli a mancare totalmente i legami col mondo a cui appartiene.

Perde il giusto criterio dei valori e si lascia catturare da false gioie e attrattive che in realtà lo sottomettono e lo allontanano sempre più dalla sua natura di uomo, cioè di essere dotato di coscienza e composto di due parti, corpo e spirito, che al termine del "viaggio" devono pervenire all’unità.

Solo la corrispondenza tra le sue azioni e gli impulsi del suo cuore genera armonia interiore, ma per questo occorre la relazione con l’altro, serve un legame fisico che non è oggetto dell’immaginazione, che non è illusione, che non è una percezione intellettuale, ma è la manifestazione dell’amore che tutto crea nella logica dello scambio che genera il bene e la felicità: do ut des.

Manuela Arrigoni - Andrea Severi