EX-SANATORIO DI MONTECATONE

Foto di Andrea Severi e Mirko Borghesi

Testi di Manuela Arrigoni

Ci sono tanti mali: la guerra, la carestia, la malattia. La malattia è contagiosa e può diventare ossessione. ” Nessuno sposti la mia seggiola” ...mangi, ti siedi, dormi insieme a lei, è un contatto prolungato che incatena la vita alla paura. Ho cercato di capire che era solo la mia mente che aveva bisogno di guarire, ma non ho saputo fare ricerca.

Avevo davanti cinque piani di scale per arrivare in vetta e trovare Te, Dio della Misericordia. Cercavo di raggiungere la mia anima, ma ero legato alla sedia. La mattina presto mi mettevano seduto, con le fascette al braccio in attesa degli elettroshock, così non avrei più “sgarrato”. Poi c'era la medicina. Li vedi, visitatore, quei farmaci che sono restati? Erano i miei. Non erano mai abbastanza, così mi legavano ancora più stretto e ancora più a lungo alla sedia. Da lì guardavo oltre i vetri della finestra ed era tutto ciò di cui avevo bisogno: vedere.

Sentivo l'essenza del mio essere ed ero libero dalla prigione delle percezioni distorte, mi tuffavo nel cielo e potevo sperimentare anch'io. In quell'attimo ero felice di essere una cavia, perchè sperimentavo l'Amore.  L'Amore senza aspettative.

Mi sono fatto seggiola nella seggiola, mi sono seduto su di me ed ho osservato quel rifiuto sociale che gli altri credevano io fossi, ma io ero solo una seggiola, nient'altro che un oggetto. A un tratto un uomo mi diede la sua mano sorridendo. Lo accarezzai e gli chiesi perdono. Lui ricordò le vecchie ferite e chiese al medico di mostrargli la cartella per avere un'indicazione. Ma il medico rispose preparando un'iniezione che intorpidì il corpo e lo fece cadere con un tonfo a terra. Speravo in una parola dolce, perchè una carezza, troppo sarebbe stato.

Divenni consapevole della morte senza prima essere libero e lasciai all'istante il mondo e la mia seggiola, ma lei è mia, lo è sempre stata. Su di lei ho pianto per l'ardore che mascheravo e di cui avevo vergogna, che consumavo, solo, in equilibrio sulle sue rigide gambe.

Adesso la notte, di tanto in tanto, mi risveglio per tornare a casa, perchè il Dio della Misericordia mi ha concesso il permesso. Mi siedo ancora su di lei, poi alle prime luci del giorno vado a dormire  con la mia anima...”nessuno sposti la mia seggiola, in manicomio ogni oggetto è vivo”.

 

Manuela Arrigoni